martedì 2 dicembre 2008

Pay-tv, l’eterna polemica. Tremonti: «Ce lo impone l’Ue»

In questi giorni si è scatenato un susseguirsi di polemiche a causa del provvedimento del governo atto ad alzare l’Iva dal 10 al 20% per le Pay-tv. Mi chiedo se sarebbe scoppiata una simile bagarre politica se non fosse stato Berlusconi al governo ma qualcun altro. Non si sarebbe parlato di conflitto di interessi tanto per cominciare. Non si sarebbe alzato neanche un sussurro perché sarebbe stata una cosa normalissima riassestare l’Iva. Mediaset Premium è sul digitale terrestre mentre Sky è sul satellite. Concorrenti lo sono fino ad un certo punto. Mediaset Premium ha sempre pagato l’iva del 20% a differenza di Sky che, agevolata da una decisione presa nel 1995, ha pagato fin dai suoi albori solo il 10%. Fu una manovra adottata per favorire lo svilupparsi di Sky che all’epoca era un’azienda appena nata. Ma per 13 anni fino ad ora ha continuato ad usufruire di un privilegio, nonostante sia ormai una società ben avviata. Quindi perché questo accanirsi da parte della sinistra nei confronti di un provvedimento giusto, che rimette la bilancia in equilibrio e che non agevola nessuno dei soggetti in campo? Si paga l’iva del 20% su tutto quindi perché non applicarla pienamente anche al settore delle tv a pagamento che oltretutto rappresentano un settore con clientela di fascia alta? Berlusconi, intervenuto dall’Albania sul tema, ha detto, riferendosi al Pd: «Difende i ricchi e i consumi non necessari pur di venire contro di noi». Inoltre non capisco come mai la sinistra critichi la social card affermando che sia elemosina (quindi sputa sui 40 euro al mese che essa concede ai suoi titolari) ma ha tanto da ridire se si alza l’iva dal 10% al 20% che significa pagare qualche euro in più l’abbonamento che-vorrei sottolinearlo ancora una volta-è un prodotto di fascia alta che in teoria non dovrebbe interessare quella fascia di italiani che arriva a fatica alla terza settimana del mese? Un minimo di coerenza servirebbe in questi casi. Si è soltanto rimesso a posto un sistema che agevolava Sky senza che ne avesse ancora diritto e che permetterà al governo di ricavare soldi utili per tutte le cose che ci sono da fare nel paese. Il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti spiega: «Esiste un blocco di documenti che hanno origine a Bruxelles da cui risulta che il sistema italiano, stratificato su più anni, era fuori dalla giurisprudenza europea per la quale dato un medesimo servizio non puoi avere aliquote segmentate in funzione delle tecniche di trasmissione utilizzate». Su questo, ha aggiunto Tremonti, «è stata avviata una procedura di infrazione comunitaria e la soluzione poteva essere solo quella dell'allineamento delle aliquote. C'è un carteggio tra la commissione Ue e il governo Prodi che prevede l'impegno del governo ad allineare le aliquote. L'impegno scadeva in questi giorni». Nella maggioranza si starebbe valutando che la conversione in legge del decreto anti-crisi dovrebbe prevedere il passaggio dell'Iva dal 10% al 13% nel 2009, quindi al 17% nel 2010 per raggiungere il 20% solo nel 2011. Questa sarebbe la scaletta degli aumenti della quale ha parlato in un'intervista a Sky il vicepresidente del Senato ed esponente del Pdl Domenico Nania. Se poi sarà adottata, nessuno per ora può dirlo ma dopo le affermazioni del premier e del ministro Tremonti, resta una possibilità remota.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come dici tu, forse se non fosse stato il governo Berlusconi a fare questa modifica non si sarebbe alzato alcun polverone. Ma l'ha fatto lui (guardacaso) e qualche sospetto lo fa nascere.

Anonimo ha detto...

ha solo rimesso a posto una situazione impari. questo è innegabile. non vedo perchè Sky avrebbe dovuto continuare a pagare la metà dell'Iva. Un pò di imparzialità in questi casi serve.