sabato 31 maggio 2008

Benzina a buon mercato

Il 30 aprile è scaduto lo sconto fiscale pari a due centesimi deciso dal governo con la Finanziaria 2008, che seppur poco qualcosa toglieva. Il passo oltre la soglia psicologica dell’euro e mezzo è breve. Che fare? Abbandonare la macchina è un’idea, ma non è che i prezzi di treni e pullman stiano scendendo. Anzi.

Quindi? L’unica soluzione, aspettando che il petrolio scenda, è cercare la benzina meno cara. La quale è venduta dalle cosiddette “pompe bianche”, cioè distributori senza marchio che hanno una gestione autonoma. Il risparmio è di circa sei centesimi al litro.

L'elenco dei benzinai "economici" di tutta Italia è stato fornito dalla Federconsumatori e lo trovate al seguente indirizzo


http://l.yimg.com/el/fi/fu/federconsumatori.pdf


venerdì 30 maggio 2008

Strisce blu addio!

Il Tar del Lazio abolisce le strisce blu in tutta la capitale: la sosta a pagamento dei circa 96.000 posti auto vale 29 milioni di euro l'anno. E ora? Il sindaco Gianni Alemanno, per colmare il vuoto legislativo, annuncia «in tempi strettissimi nuove regole per ristabilire un equilibrio tra parcheggi a pagamento e quelli gratuiti». Intanto si è provveduto alla disattivazione degli oltre 2.600 parcometri di Roma ma ieri sera, secondo alcune segnalazioni, alcune macchinette ancora erano in funzione.

La decisione del Tar ha scatenato polemiche nel mondo politico: «La sentenza conferma quello che, dall'opposizione, abbiamo sempre sostenuto: le strisce blu, così come Rutelli prima e Veltroni poi le hanno pensate, sono illegittime e vessatorie », commenta Fabio Rampelli, deputato Pdl. E Vincenzo Piso, anche lui deputato Pdl, rincara la dose: «La politica della sosta deve avere come obbiettivo primario non più il semplice far cassa, come ha fatto il centrosinistra di Veltroni, bensì una reale fluidificazione del traffico». Replica Roberto Giachetti, deputato Pd: «Roma torna al far west del racket dei parcheggiatori abusivi».

Io penso che il deputato del Pd non sa di cosa parla o finge di ignorare una realtà che sanno tutti i romani: con o senza strisce blu i parcheggiatori abusivi ci sono sempre stati. E spesso la polizia municipale lo sa fin troppo bene ma lascia correre. E' una vergogna. Quindi non si dovrebbe parlare di ritorno ad un racket ma piuttosto di persistenza di un vizio che a Roma dura da molti anni senza che siano mai state prese misure rigide nei confronti di quella gente.

venerdì 23 maggio 2008

Roma, auto killer travolge due ragazzi

Due giovani di 23 anni, Alessio Giuliani e Flaminia Giordani, sono morti a Roma dopo che il loro motorino è stato travolto da una Mercedes 220 passata probabilmente con il rosso su via Regina Margherita, all'altezza dell'incrocio con la via Nomentana. Erano le 22:30 circa di giovedi.

Il ragazzo è morto sul colpo mentre la ragazza, dopo essere entrata in coma, venerdi mattina è deceduta.

L'auto pirata, dopo l'incidente, è stata abbandonata in via Bencivenga, nei pressi di una caserma della Guardia di Finanza. Tra le ipotesi seguite dagli inquirenti, c'è anche quella di una gara tra automobili.

Il proprietario della vettura ritrovata è un ingegnere di 67 anni, il quale ha assicurato di non trovarsi alla guida al momento dell'incidente. Sentito dalla polizia municipale, ha raccontato che l’automobile è utilizzata di solito dai due figli gemelli. Uno di loro, Stefano Lucidi 33 anni, tossicodipendente, ultras della Lazio con precedenti penali per lesioni e sottoposto a Daspo, vale a dire al divieto di partecipare a manifestazioni sportive negli stadi, interrrogato nella caserma del comando del II gruppo dei vigili urbani, è stato poi fermato.

Nell'impatto violentissimo, i due giovani sono stati sbalzati per circa 20 metri. A raccontarlo è stato il padre della ragazza rimasta uccisa. «Hanno fatto un volo di 20 metri - ha raccontato prima di lasciare il policlinico Umberto I - il conducente di un'auto, un viceprefetto, si è fermato a soccorrerli. Si è prodigato in ogni modo». La famiglia di Flaminia Giordani ha deciso di donare gli organi della giovane. «Abbiamo deciso di firmare per l'espianto degli organi» ha dichiarato il fratello della ragazza, Emiliano.

Stefano Lucidi aveva l'interdizione alla guida. Le indagini degli inquirenti si stanno ora concentrando sull'ipotesi che l'investitore abbia fatto uso di cocaina anche la scorsa notte quando ha travolto i due giovani, fuggendo e non soccorrendoli. Secondo quanto si è appreso, a bordo con lui sulla Mercedes 220 al momento dell'incidente, c'era la sua fidanzata, che è sottoposta ad un provvedimento di limitazione della libertà, l'obbligo di dimora, e che quindi non avrebbe dovuto trovarsi con lui a quell'ora di sera.

giovedì 15 maggio 2008

Il volto peggiore di Roma


Una panoramica di diversi campi rom presenti nella Capitale. Inutile dire che è un'indecenza. Covi di delinquenza e di bassissimi livelli igienici. Il sindaco Alemanno è al lavoro da poco tempo eppure i risultati sono tangibili (come ad esempio lo sgombero di clandestini nei pressi di Castel Sant'Angelo). E questo conferma una cosa che ormai tutti sapevano: la precedente amministrazione di sinistra era connivente e, pur potendo, non effettuava nessun intervento di bonifica (tranne nei giorni successivi ad un grave fatto di cronaca). Ci vogliono le aggressioni o le morti di cittadini per fare ciò che va fatto?

martedì 13 maggio 2008

Nuove regole per i neopatentati

Dal prossimo 1 luglio 2008 entrerà in vigore la nuova legge sui veicoli che potranno guidare i neopatentati. Tutte le auto che arrivino ad un massimo di 50kw per tonnellata. Già fioccano le critiche in quanto la suddetta legge consente ad un neofita del volante di mettersi ai comandi di una monovolume più lunga di 5 metri e con un motore di 2.800cc mentre vieta di guidare una più adatta smart fortwo che ha soli 3 cilindri e un propulsore di 999cc. Incredibile ma vero.

E non è finita qui. Il caso maxi monovolume-Smart, infatti, non è l'unico paradosso della normativa ma solo un piccolo esempio: la nuova Fiat 500 è vietata in qualsiasi versione e con qualsiasi motore, mentre il vecchio modello (privo di airbag, abs e cinture di sicurezza) è giudicato adatto (ammesso che un giovane preferisca un mezzo scomodo e antiquato come quello). C'è la piccola Citroen C1 a benzina (con le sue simili Toyota Aygo e Peugeot 107) che è vietata. E ci sono tantissime altre piccole, dalla Matiz a tutte le Mini completamente off limits. In compenso l'elenco delle auto "possibili" comprende colossi di fuoristrada come la Nissan Patrol, la Land Rover Defender o la Mitsubishi Pajero 3200. Fino ad arrivare a macchine del valore di 40 mila euro che sicuramente messe nelle mani di chi ha appena conseguito la patente sono potenzialmente pericolose.

Il divieto durerà un anno e riguarderà solo tutti coloro che prenderanno la patente B da luglio. Rimane anche la normativa che vede i giovani automobilisti, sempre per tre anni, penalizzati del doppio dei punti della patente in caso di violazioni al codice della strada, con la possibilità a fronte di gravi infrazioni di vedersi sospesa la patente da 3 a 6 mesi. Sembra inverosimile che un vigile che fermi per un controllo una macchina perda del tempo per controllare l'età di chi la guida, la data in cui ha preso la patente, assicurarsi che quel modello di auto sia nella lista di quelli permessi, calcolare il rapporto kw/tonnellata...in questo paese si tende a complicare le cose anzichè renderle più agevoli.

venerdì 9 maggio 2008

Per non dimenticare...

Il 9 maggio di 30 anni fa morì, assassinato brutalmente dalle Brigate Rosse, l'On. Aldo Moro.

Onore a lui e cordoglio alla sua famiglia e a quelle dei membri della sua scorta che, coraggiosamente, non lo abbandonarono nonostante sapessero che la vita di tutti loro era in pericolo imminente.

martedì 6 maggio 2008

Il Garante dice stop alle rendite sul web

L’Authority per la Privacy ha ordinato il blocco della visione dei redditi online, ribadendo che la decisione di rendere disponibili gli elenchi sul sito dell'Agenzia delle entrate è illegittima. Al termine della riunione di consiglio si è inoltre reso pubblico che l'Agenzia guidata da Massimo Romano "dovrà quindi far cessare definitivamente l'indiscriminata consultabilità, tramite il sito, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi per l'anno 2005". Secondo l'Authority la decisione dell'Agenzia contrasta con la normativa in materia. Il Dpr 600 del 1973, al quale si è appellato Romano per motivare la sua azione, precisa che al direttore dell'Agenzia delle entrate "spetta solo il compito di fissare annualmente le modalità di formazione degli elenchi delle dichiarazioni dei redditi, non le modalità della loro pubblicazione".

E attualmente, per le dichiarazioni dei redditi, il Garante dice che "la legge prevede unicamente la distribuzione degli elenchi ai soli uffici territoriali dell'Agenzia e la loro trasmissione ai soli comuni interessati e sempre con riferimento ai contribuenti residenti nei singoli ambiti territoriali".

L'Autorità, presieduta da Francesco Pizzetti, ha invalidato anche l'altra tesi esposta da Romano nei chiarimenti formulati, vale a dire che l'uso di Internet sia una novità "relativa" perché da tempo i mezzi di informazione pubblicano le dichiarazioni dei redditi.

L'inserimento on line dei dati, infatti, "appare di per sé non proporzionato rispetto alla finalità della conoscibilità di questi dati", dice il Garante, per il quale "l'uso di uno strumento come Internet rende indispensabili rigorose garanzie a tutela dei cittadini".

"L'immissione in rete generalizzata e non protetta dei dati di tutti i contribuenti italiani (non sono stati previsti 'filtri' per la consultazione on line) da parte dell'Agenzia delle entrate ha comportato una serie di conseguenze: la centralizzazione della consultazione a livello nazionale ha consentito, in poche ore, a numerosissimi utenti, non solo in Italia ma in ogni parte del mondo, di accedere a innumerevoli dati, di estrarne copia, di formare archivi, modificare ed elaborare i dati stessi, di creare liste di profilazione e immettere ulteriormente dati in circolazione, ponendo a rischio la loro stessa esattezza".

L'Autorità si riferisce ai molti naviganti che, utilizzando software peer to peer (primo fra tutti Emule), hanno effettuato il download delle liste rendendo molto più difficile regolarne l'uso e la diffusione.

"Tale modalità ha, inoltre, dilatato senza limiti il periodo di conoscibilità di dati che la legge stabilisce invece in un anno".

L'Autorità ha poi rilevato che "non è stato chiesto al Garante il parere preventivo prescritto per legge" e per questo farà una multa all'Agenzia delle entrate.

Proprio per questo, “qualora Parlamento e governo intendano mutare la normativa, si porrà l'esigenza di individuare, sentita l'Autorità, soluzioni che consentano un giusto equilibrio tra forme proporzionate di conoscenza dei dati dei contribuenti e la tutela dei diritti degli interessati”, sottolinea la nota.

Il Garante ha chiarito infine che va considerata illecita anche "l'eventuale ulteriore diffusione dei dati dei contribuenti da parte di chiunque li abbia acquisiti, anche indirettamente, dal sito Internet dell'Agenzia". Chi non si adegua può esporsi "a conseguenze di carattere civile e penale".

Il provvedimento del Garante finisce intanto nelle mani dei magistrati. La procura di Roma, che ha dato il via nei giorni scorsi ad un procedimento per violazione della privacy, ha chiesto di avere “la delibera dell'Authority per valutare eventuali iscrizioni sul registro degli indagati”.

domenica 4 maggio 2008

Codacons chiede risarcimento miliardario per redditi online

Il Codacons ha chiesto un risarcimento di 20 miliardi di euro per violazione delle norme penali sulla privacy per la diffusione dei redditi on line da parte dell'Agenzia delle Entrate. Il Codacons ha infatti nominato un legale ''per tutelare gli interessi dei contribuenti messi in rete senza il rispetto delle procedure previste dalla legge 241/90 come modificata dalla legge 15/05''. La somma del risarcimento chiesto andrebbe poi ripartita tra i 38 milioni di contribuenti italiani, per un dividendo di appena 52 euro ciascuno. Si tratterebbe quindi di un risarcimento simbolico. Nella istanza si chiede anche il sequestro degli elenchi eventualmente detenuti da terzi, anche attraverso l'oscuramento dei siti che ancora li offrono in visione gratuita o a pagamento (come ad esempio Emule). L'avvocato e presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha ricordato che il Consiglio di Stato con numerose definizioni ha descritto esattamente ciò che è lecito e ciò che non lo è nella materia in questione con decine di sentenze.

''Laddove si tratti di redditi di soggetti che in vario modo sono alimentati da danaro pubblico o comunque destinati a finalità pubbliche - ha dichiarato Rienzi - è sicuramente ammissibile l'accesso alla denuncia dei redditi e la sua pubblicazione''.

''Ad esempio - prosegue Rienzi - tutti i redditi degli addetti e dirigenti pubblici, compresi i componenti degli organi elettivi come Comuni, Regioni, Camera e Senato, pagati con danari dei cittadini sono accessibili a chi ne faccia richiesta. Lo stesso per i dirigenti degli enti pubblici, e delle società concessionarie come la Rai , Ferrovie, Acea, Poste e di qualsiasi altro ente che eroghi un servizio pubblico universale pagato dai cittadini o con una parte dei danari dei cittadini.''

''Ancora sono pubblicabili i redditi di soggetti dello spettacolo, della politica, dello sport, della società civile, la cui notorietà e rilevanza e interesse sociale - ha aggiunto Rienzi - faccia scattare il diritto- dovere di cronaca, che, come è noto, costituisce un diritto costituzionale pari a quello della riservatezza, e quindi una esimente da reati e rende non punibile ciò che altrimenti lo sarebbe''.

''E altrettanto accessibili sono le denunce dei redditi quando esse servono al cittadino per difendersi in giudizio, come ad esempio il coniuge che intende fare causa all'altro coniuge ha diritto a vederne la denuncia dei redditi ai fini di ottenere dal Giudice una giusta sentenza circa gli obblighi di mantenimento della famiglia.''

''In pratica - ha concluso Rienzi - chi vuole mettere il naso negli affari altrui deve avere un interesse qualificato e concreto, come stabilisce l'art. 25 della legge 241/90, e deve in ogni caso lasciare traccia della sua domanda di accesso e del suo interesse. Ciò anche ai fini della responsabilità che su di lui incombe ove il dato venga diffuso a terzi per sua colpa''.