domenica 23 marzo 2008

Cina rifiuta dialogo con Dalai Lama

Sembra sempre più remota da parte della Cina la possibilità di un colloquio con il leader tibetano, almeno finchè non si avrà la certezza di aver ristabilito il controllo sui territori in tumulto. Qin Gang ha spiegato che l'ottimismo mostrato dal premier britannico Gordon Brown dopo il colloquio col suo omologo cinese Wen Jiabao - che secondo Brown sarebbe pronto a incontrare il leader tibetano ad alcune condizioni - è frutto di un equivoco. Wen ha ripetuto le condizioni che la Cina ha sempre posto per i colloqui: che il Dalai Lama "rinunci all'indipendenza del Tibet, affermi che Taiwan è parte della Cina e che rinneghi la violenza". Intanto alcune testimonianze parlano di migliaia di soldati diretti verso le regioni più occidentali del paese a popolazione tibetana. Restano rigide le disposizioni del governo di Pechino riguardo ai giornalisti, ormai quasi totalmente banditi dalla regione, e afferma che chiunque decida di dirigersi in quei luoghi lo farà a proprio rischio e pericolo.

Una riflessione: troppe persone si ricordano e criticano dittature come quella avuta in Italia e in Germania negli anni '40 ma ben poche vogliono ricordare quelle avute in Russia e che persistono tuttora in Cina. Un popolo sta combattendo per la propria vita e indipendenza e il mondo sta a guardare. La storia si ripete.

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