Sembra sempre più remota da parte della Cina la possibilità di un colloquio con il leader tibetano, almeno finchè non si avrà la certezza di aver ristabilito il controllo sui territori in tumulto. Qin Gang ha spiegato che l'ottimismo mostrato dal premier britannico Gordon Brown dopo il colloquio col suo omologo cinese Wen Jiabao - che secondo Brown sarebbe pronto a incontrare il leader tibetano ad alcune condizioni - è frutto di un equivoco. Wen ha ripetuto le condizioni che la Cina ha sempre posto per i colloqui: che il Dalai Lama "rinunci all'indipendenza del Tibet, affermi che Taiwan è parte della Cina e che rinneghi la violenza". Intanto alcune testimonianze parlano di migliaia di soldati diretti verso le regioni più occidentali del paese a popolazione tibetana. Restano rigide le disposizioni del governo di Pechino riguardo ai giornalisti, ormai quasi totalmente banditi dalla regione, e afferma che chiunque decida di dirigersi in quei luoghi lo farà a proprio rischio e pericolo.
Una riflessione: troppe persone si ricordano e criticano dittature come quella avuta in Italia e in Germania negli anni '40 ma ben poche vogliono ricordare quelle avute in Russia e che persistono tuttora in Cina. Un popolo sta combattendo per la propria vita e indipendenza e il mondo sta a guardare. La storia si ripete.
Che dire di me? Vediamo...ho conseguito la maturità classica poi mi sono laureato nella triennale di Scienze della Comunicazione alla Sapienza -tesi di laurea su Privacy e società della sorveglianza- e attualmente sono iscritto al corso di laurea specialistica in Editoria e Giornalismo alla Lumsa di Roma. Mi piace molto scrivere e sogno di diventare un domani un giornalista famoso ma soprattutto bravo (spesso le due cose non conciliano e sia in tv che sui giornali lo si nota):)
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