domenica 16 marzo 2008

Moro, martire dello Stato

Era il 16 Marzo del 1978 quando l'On. Aldo Moro, presidente della Dc, fu sequestrato da un commando delle Brigate Rosse a Via Fani a Roma. Gli uomini della sua scorta tutti uccisi. Un fatto che fece restare l'Italia con il fiato sospeso per 55 giorni che saranno ricordati come i più misteriosi dell'intera storia della Repubblica Italiana. Il rapimento avviene alla vigilia del voto parlamentare che sancisce l'entrata del partito comunista nella maggioranza di governo. I terroristi affermano di voler processare Moro in quanto rappresenta tutta la Democrazia Cristiana. Il 9 Maggio del 1978 Moro sarà ucciso con diversi colpi di pistola da Mario Moretti, uno dei 10 brigatisti coinvolti nel suo rapimento (ma si pensa che fossero di più), e il suo corpo ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa abbandonata in Via Caetani. Questo rapimento avviene, ricordiamolo, durante gli anni della Guerra Fredda e sicuramente America ed ex Unione Sovietica non sono stati estranei alla vicenda. I tempi non erano ancora maturi per un possibile governo di larghe intese tra due partiti con ideologie così opposte. Gli assassini dell'On. Moro hanno distrutto la vita di molte famiglie le quali ancora oggi si chiedono se esista giustizia in questo paese. Famiglie che al processo contro i brigatisti hanno dovuto sopportare risa e insulti da questi ultimi che si mostravano per nulla pentiti del loro gesto e che affermavano con estrema naturalezza di aver agito in nome del popolo. Come si può perdonare un branco di assassini? Le famiglie degli uomini della scorta non possono e tuttora dicono che il loro perdono non serve perchè quelli che hanno ucciso i loro cari sono stati perdonati dallo Stato, dalle Istituzioni e sono scampati alla Giustizia. Oggi infatti 7 di quei 10 componenti delle Br sono liberi. Anche i colleghi di Moro tuttavia si comportarono incoerentemente durante il periodo della sua prigionia. Una cosa è certa: all'interno della Dc c'era chi non aveva interesse affinchè il presidente si salvasse. Era un personaggio scomodo sia per la sua ideologia sia perchè durante la sua prigionia stava rivelando segreti della politica interna ed estera ai brigatisti. Segreti potenzialmente dannosi per il sistema politico vigente in quanto lo mettevano a rischio di ricatti futuri da parte dei terroristi. E cosa dire dello Stato che ha condotto le indagini con estrema incapacità? La segnalazione che Moro si trovasse in un appartamento in Via Gradoli a Roma sulla Cassia, arrivò con 1 mese di ritardo all'intelligence. Perchè? E perchè si decise di cercare il covo delle Br nel paese di Gradoli anzichè cercare una Via Gradoli nella capitale commettendo così un errore grossolano? O un errore intenzionale? Si perchè, la moglie di Moro disse di aver chiesto agli inquirenti di cercare una via con quel nome ma le fu risposto che non esisteva persino dall'On. Cossiga. Tante le ipotesi che si sono formulate nel corso degli anni ma si sospetta fortemente che il rapimento dell'On. Moro fu progettato e sostenuto da più forze, non solo dalle Br (all'interno delle quali sembra che ci fosse qualcuno contrario alla condanna a morte del presidente). Politica, terrorismo, malavita, servizi segreti e probabilmente anche il Vaticano e la Banda della Magliana furono strettamente collegate in questa vicenda che rappresenta uno dei capitoli più cupi e sanguinosi della storia della politica italiana.

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