domenica 23 marzo 2008

Magdi Allam si converte

Magdi Allam, vice direttore del Corriere della Sera, ha scelto di passare dalla religione musulmana a quella cattolica e durante la veglia solenne nella Basilica di San Pietro è stato battezzato da Papa Benedetto XVI. La madre del giornalista vive in Arabia Saudita, per motivi religiosi. Magdi Allam è nato al Cairo nel 1952. Prima collaboratore e poi corrispondente di "Repubblica" dall'Egitto, trasferitosi a Roma diventa l'esperto di questioni islamiche del giornale allora diretto da Eugenio Scalfari. Con i suoi articoli e le sue inchieste entra in rotta di collisione con molte organizzazioni islamiche presenti in Italia ed e' costretto a vivere sotto scorta (condizione alla quale lo obbligherà ora anche la decisione di diventare cristiano pubblicamente). Tre anni fa Paolo Mieli lo chiama al "Corriere della Sera" come vice direttore "ad personam". Particolarmente attento e appassionato alle tematiche che concernono la realtà dei modelli di convivenza sociali in Occidente, quali identità' nazionale e democrazia, immigrazione e integrazione, islam e terrorismo, le sue posizioni e proposte sono spesso appoggiate dal quotidiano cattolico "Avvenire" e dal card. Camillo Ruini, vicario di Roma. Laureato in Sociologia all'Universita' La Sapienza di Roma, ha pubblicato con la Mondadori "Viva Israele. Dall'ideologia della morte alla civiltà della vita: la mia storia" (2007), "Io amo l'Italia. Ma gli italiani la amano?" (2006), "Vincere la paura. La mia vita contro il terrorismo islamico e l'incoscienza dell'Occidente" (2005), "Kamikaze made in Europe. Riuscirà l'Occidente a sconfiggere i terroristi islamici?" (2004), "Saddam. Storia segreta di un dittatore" (2003), "Bin Laden in Italia. Viaggio nell'islam radicale" (2002), "Diario dall'Islam" (2002). Ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali tra cui il Premio Saint-Vincent di Giornalismo, la Medaglia del Senato della Repubblica Italiana conferita dal Centro Pio Manzù, l'Ambrogino d'Oro del Comune di Milano, il Premio internazionale Dan David e il Mass Media Award dell'American Jewish Committee.

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