sabato 19 aprile 2008

Israele blindata per Pasqua ebraica

Questo è un periodo molto delicato per Israele. I valichi con Gaza e la Cisgiordania resteranno confinati per almeno una settimana, durante la quale a decine di migliaia di palestinesi non sara' permesso di recarsi in Israele per affari o per lavoro. Lo scopo e' quello di prevenire attentati in occasione delle ferie che accompagnano la Pessah, la festivita' della Pasqua ebraica, dopo che nel 2002 un attentato suicida aveva causato la morte di trenta persone (cui era seguita una offensiva dell'esercito israeliano in Cisgiordania). In Israele anche le scuole resteranno chiuse per una settimana e i bambini parteciperanno a feste in costume e a sfilate nelle strade. Il blocco e' entrato in vigore stamattina e – tranne alcune eccezioni per ragioni umanitarie, o per i cristiani che si recano in visita alla loro famiglia per la Pasqua - coinvolgera' circa 50mila palestinesi che lavorano regolarmente nel Paese e che non potranno andarci fino al 26 aprile. Saranno tuttavia esentati dal blocco i medici, i giornalisti, avvocati e membri di organizzazioni non governative. Ad incutere timore è il pensiero che domani sera - quando si celebrera' la cena di Pasqua - abbiano luogo lanci di razzi. Per questo molti abitanti della città di Sderot - da anni bersagliata dai miliziani palestinesi - hanno scelto di trascorrere la festa altrove. Gli avvertimenti di allerta riguardano anche gli escursionisti israeliani che si recano all'estero. In particolare le autorità israeliane hanno esercitato tutto il loro potere di dissuasione per convincere gli israeliani a non recarsi nel Sinai egiziano dove, affermano, «la loro vita sarebbe in pericolo immediato». Finchè Hamas userà la disperazione del suo popolo e inciterà alla Jihad, il sangue chiamerà il sangue e un dialogo civile tra le due parti sarà sempre più un’utopia.

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