lunedì 21 aprile 2008

La Storta, ragazza viva per miracolo

Una studentessa originaria del Lesotho, paese dell’Africa del Sud, è stata ferita a colpi di coltello e poi violentata nei pressi della stazione de La Storta, sulla Cassia. L’uomo, un romeno di 37 anni, è stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri della Compagnia Cassia e con l’accusa di tentato omicidio, violenza sessuale e sequestro di persona è stato condotto al carcere di Regina Coeli. Il fatto è accaduto giovedì scorso ma solo sabato lo si è saputo ufficialmente.

La ragazza deve la vita a due uomini che passavano nelle vicinanze che hanno fermato il suo assalitore, telefonato ai carabinieri che, intervenuti nel giro di pochi minuti, hanno braccato il delinquente e catturato dopo una breve fuga. La giovane studentessa, figlia di un diplomatico in servizio presso l’Ambasciata del Leshoto, stava rientrando in famiglia quando, per sbaglio, è scesa alla stazione de La Storta anziché a quella dell’Olgiata, dove abita. La stazione era deserta ed l’individuo ne ha approfittato per avvicinarla e, minacciandola con un coltello, l’ha obbligata a seguirlo in un luogo appartato.

La vittima è stata trasportata d’urgenza all’Ospedale San Filippo Neri dove è stata subito sottoposta ad un intervento chirurgico. Le notizie trapelate dall’ospedale riferiscono che la ferita non interessava organi vitali interni e che le condizioni della giovane vengono definite stazionarie ma non gravi.

Bisogna rendersi conto che il bisogno di sicurezza da parte dei cittadini non è una fobia ingiustificata o “gonfiata” dai candidati di una parte politica durante queste ultime elezioni, come hanno insinuato alcuni esponenti politici dello schieramento opposto, ma un bisogno reale. Negli ultimi anni la delinquenza di strada è andata aumentando. E’ un dato di fatto. I cittadini non si sentono liberi come un tempo di fare, ad esempio, una pedalata sulla pista ciclabile o aspettare un mezzo pubblico dopo il tramonto, soprattutto se ci si trova in una strada buia e isolata. Fatti come questo ormai stanno diventando una consuetudine e, se la cosa non deve creare allarmismi, deve però far capire la necessità di applicare la giustizia e garantire una sicurezza con la S maiuscola a tutti i cittadini onesti senza giustificare accadimenti gravi, come quelli degli ultimi tempi, come risultato di ingiustizia sociale bensì accettarli per quello che sono cioè come reati da punire con severità, a prescindere da chi li compie.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nel 1988 erano il 6% i reati gravi attribuiti a stranieri. Oggi sono il 33%. I dati non sono di parte e non hanno colore politico. Se poi non si vuole accettarli o li si ignora è un'altra questione.

yanmaneee ha detto...

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