sabato 5 aprile 2008

Una leggenda africana

Si dice che a 800 chilometri a nord di Brazzaville, in Africa Centrale, viva una creatura leggendaria, chiamata Mokele Mbembe detto anche N'Yamala il cui nome significa colui che ostacola il corso dei fiumi.

La sua prima descrizione risale alla prima metà del XVIII quando un missionario francese, l'abate Proyar, lo descrisse come un ibrido tra un elefante, un ippopotamo e un leone, con un collo di giraffa e una lunghissima coda da serpente.

Questo mostro avrebbe quindi avuto la pelle liscia di colore grigio/bruno, con una mole da elefante, una testa piccola e un collo elastico lungo dai due ai tre metri.

Queste descrizioni farebbero pensare ad un dinosauro di genere Diplodocus o Apatosaurus. I pigmei dicono che avrebbe quattro zampe possenti che si imprimono sul terreno.

Nel 1913 la Germania inviò una spedizione di ricerca guidata dal barone Von Stein zu Lausnitz ma il suo dettagliato rapporto su quelle zone inesplorate non fu mai pubblicato perchè la Germania perse il suo dominio sulle colonie dopo la fine della Prima Guerra Mondiale.

Lo zoologo Willy Ley stava per pubblicare sui giornali alcune parti del rapporto di Von Stein, in cui si parlava di una bestia locale temuta dai pigmei:

Le descrizioni generali dei nativi convergono tutte su di un unico modello: l’animale è di colore bruno-grigiastro e possiede una pelle liscia, le sue dimensioni sono quelle di un elefante o perlomeno di un ippopotamo. Si dice che abbia un collo lungo e flessibile ed un solo dente, ma molto grande, alcuni dicono che si tratta di un corno. Alcuni parlano di una lunga coda muscolosa simile a quella dei coccodrilli. Le canoe che attraversano il suo territorio sono destinate ad affondare, l’animale attacca le imbarcazioni e ne uccide l’equipaggio, ma senza divorarne i corpi. Si dice che vive nelle grotte e che sale sulla riva in cerca di cibo, la sua dieta è completamente vegetale. Il suo cibo preferito mi fu mostrato, era una sorta di liana dotata di grandi fiori bianchi, una linfa lattiginosa ed un frutto simile per forma ad una mela.

Nel 1980 una tedesca, guidata dall'ingegnere Herman Regusters, e una americana, capitanata dal criptozoologista Roy Mackal, videro chiaramente l'animale. Nel 1981 ancora Mackal si recò sul fiume Likuala e uno studioso congolese del suo gruppo, Marcellin Agnagna, ebbe un incontro ravvicinato con il Mokele-Mbembe. Due anni dopo Agnagna, che era zoologo a Brazzaville, ebbe la fortuna di vedere e filmare da 275 metri l'animale: il suo racconto è ricchissimo di particolari e portò gli scienziati ad escludere che si trattasse di un varano o un coccodrillo o una tartaruga gigante. Ma il filmato appariva sgranato e non spiegava nulla: nemmeno un successivo filmato del 1987 di un'equipe giapponese servì a chiarire il mistero. Quattro spedizioni britanniche tra l''85 e il '92 ebbero uguale esito, sebbene a capo di esse vi fosse un esperto studioso del Mostro di Loch Ness, William Gibbon.

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